di Franz Grillparzer e Christa Wolf
Regia di Roberto Biella Battista
Medea, nell’immaginario comune, è l’eroina tragica e barbara che uccide per vendetta la prole. Chiudere tuttavia il “caso Medea” con la semplice – anche se mostruosa – accusa di infanticidio rischia di limitare il campo visivo dello spettatore moderno al particolare, a scapito di un universale ben più inquietante. In Osservatorio Medea la vicenda tragica è ripercorsa attraverso lo sguardo analitico di Medea, attraverso la luce proiettata dall’eroina colchide sulle mostruosità di ogni potere, sia esso originato da una tenebrosa passionalità che prodotto da un’inumana razionalità. In misura drammaticamente attuale, Medea diviene simbolo e vittima di tutte le problematiche che ancora agitano e dilaniano l’uomo del terzo millenio: la mancata integrazione del diverso, la difficile conciliazione fra ragione e sentimento, fra unverso femminile e mondo maschile, fra Oriente ed Occidente. Per percorrere le tracce profonde di una vicenda così complessa, desiderando perseguire l’ambizioso obiettivo di verbalizzare emozioni senza assumere razionalmente una posizione assolutoria o colpevolizzante, ho drammaturgicamente unito due testi “moderni”: Il vello d’oro di Franz Grillaparzer, romantico austriaco e Medea. Voci di Christa Wolf, intellettuale tedesca contemporanea di infinito spessore. Le tesi dei due autori sono contrastanti: euripidea quella di Grillparzer, che vede quindi Medea artefice unica di tutti gli orrendi delitti di cui è accusata, anti-euripidea quella della Wolf, a favore del complotto di cui Medea è il capro espiatorio. Il risultato – lo auspico – è un coacervo di emozioni intense proposte allo spettatore intelligente come invito a riflettere e paradossalmente ad introiettare un materiale già così intimo eppure spesso non metabolizzato.
La mia Medea Il mio desiderio è immenso come tutto il cielo e rosso cupo rende i miei pensieri. Vieni – amore di tenerezza – soccombi SOCCOMBI alla mia furiosa intensità. Donatella Percoco MEDEA | Il mio Giasone E’ un’anima semplice e meschina. Come noi. Molto, molto umanaNon tradisce; non capisce cosa voglia dire farlo. Il mondo è così cattivo che bisogna assolutamente… dargli ragione. Del resto la ragione sta dalla parte del più forte. Opinioni. Dario De Giacomo GIASONE |
La mia Glauce Alle prove scendevo con fatica nella “malata solitudine” di questo personaggio; ne risalivo sempre con la rafforzata consapevolezza che la “malata solitudine” di chi soffre, di chi è solo, di chi è diverso, deve essere Voce Maestra di Vita, SEMPRE! Cinzia Lanciani GLAUCE | Il mio Creonte “Il re di questo luogo non ha rimorsi, se fonda il suo potere su un delitto…” Creonte è qui… un burattino manovrato da consigliere Acamante: è un uomo la cui infermità fisica è specchio fedele della società corrotta e ipocrita che rappresenta. Giorgio Berardo CREONTE |
La mia Gora Sono una donna arrabbiata, rassegnata, impotente perché troppo “stanca per reagire” ormai; possiedo la caratteristica preveggenza figlia non già dell’intuito o del potere soprannaturale ma di una lunga e sofferta esperienza terrena. Luisa Donalisio GORA | Il mio Acamante Io sono il potere, la ragione, la storia. Io sono Corinto. Medea è il dubbio che si insinua nella mia coscienza: come un cancro finirà per erodere le mie assolute certezze. Non devo e non posso permetterlo. Io sono Acamante. Io sono Corinto. Giancarlo Pons ACAMANTE |
regia e scenografia | Roberto Biella Battista |
allestimenti | Roberto Levrini Valter Argentini |
realizzazione costumi | Stefania Buffa |
consulenza coreografica | Maura Biale |
impianti luci e audio | Franco Carletti |
operatore luci | Alessandro Biella |
operatore audio | Mirko Levrini |
trucco | Ombretta Gedda |
acconciature | Marco Civallero |
assistenti di scena | Claudia Biella Battista Maria Gramaglia Carla Lauro Pons |
TRADUZIONI | D. De Giacomo per Franz Grillparzer (Das Goldene Vliess) A. Raja per Christa Wolf (Medea. Stimmen Edizioni E/O – Roma) |