Testo di Tennessee Williams
Regia di Mauro Taba
Tom – Sì, ho le tasche a doppio fondo… ho gli assi nella manica… Ma sono il contrario di un prestigiatore. Che vi dà illusioni sotto l’apparenza della verità. Io vi dò verità sotto il piacevole travestimento dell’illusione…
Il dramma è memoria.
Essendo memoria, il dramma, la sua luce è fioca, è sentimentale, non è realistico.
Nella memoria tutto sembra succedere in musica… C’è un quinto personaggio nel dramma… è nostro padre, che ci lasciò molto tempo fa…
L’ultima volta che si fece vivo fu con una cartolina da Mazatlan, sulla costa messicana del Pacifico. Conteneva una comunicazione di due parole: “Salve – addio!”; senza indirizzo
Il resto del dramma, io credo, parlerà del sé…
Quando nel 1945 Lo zoo di vetro va in scena a Chicago tutti, pubblico e critica, sono d’accordo nel definirlo un capolavoro. E’ uno studio di frustrazioni e mette in scena una storia familiare caratterizzata da un insolito accento elegiaco e poetico che non si troverà in nessun’altra opera di Williams. “In quest’opera ho detto tutto quello che di amabile potevo dire della gente. Le mie opere future saranno certo d’altro tipo”. Così aveva dichiarato l’autore parlando al suo pubblico di Chicago. La commedia ha una vena intimista struggente, riflesso di una gran copia di elementi autobiografici: come Laura, anche la sorella diletta di Williams aveva collezionato animaletti di vetro e giocava con essi per lunghe ore; come Tom, anche Tennesse (che allora si chamava Thomas Lanier) aveva dovuto strapparsi alla dolcezza della vita familiare e prendere il largo nel mondo alla ricerva di un posto tutto per sé.
Amanda Wingfield | Carla Zaniboni |
Laura, Sua Figlia | Cinzia Lanciani |
Tom, Suo Figlio | Marco Collica |
Jim, un Visitatore | Mauro Taba |
Regia | Mauro Taba |
Scene | Valter Argentini |
Costumi | De Valle |
Direttore di Scena | Roberto Levrini |
Tecnico Luci | Franco Carletti |
Tecnico del Suono | Giancarlo Pons |
Suggeritore | Piero Neberti |