Così è… se vi pare

Testo di Luigi Pirandello

Regia di Carla Zaniboni

In Così è (se vi pare), rappresentata per la prima volta nel 1917, la sonnacchiosa esistenza di una cittadina di provincia miene turbata dall’arrivo di un irritante segretario della Prefettura, il Signor Ponza. Corre voce che egli tenga segregata la moglie, impedendole di vedere la madre, la Signora Frola. Per spegare lo strano comportamento, l’uomo afferma che la suocera è pazza, ma a sua volta la donna asserisce che il pazzo è lui. Non resta che chiedere alla Signora Ponza quale sia la verità: ma essa non ha volto, la “verità” è un atto di fede che sfugge ad ogni certezza.

Il “Teatro Inquisizione” ha bisogno soltanto di inquisiti (la Signora Frola e il Signor Ponza) e di inquisitori (la “Folla dei Curiosi”). Il luogo deputato all’azione (la “Sala della Tortura”), non è banalmente limitato dal boccascena, dalle quinte o da altre barriere tradizionali, ma viene continuamente inventato e ridefinito, creando una maggiore intimità nel rapporto tra spettatore, pubblico e attore. Non “Teatro nel Teatro”, ma piuttosto “Teatro di pubblico e fatto dal pubblico”. Bersaglio dell’accanita istruttoria sono i “personaggi diversi”, assunti come simbolo, come capri espiatori per l’esercizio di un’arte meschina e drammaticamente ridicola: quella del pettegolezzo.
La “Folla dei curiosi” (non attrice, ma interprete di se stessa) dà voce al pubblico in sala, da sempre costretto dalla convenzione teatrale, al silenzio e all’atteggiamento passivo.
La struttura dell’opera, pur clamorosamente anticipativa della poetica del teatro dell’assurdo e contemporaneo (mancata catarsi, assenza di conclusione, crudele vivisezione psicologica dei personaggi), suggerisce tuttavia un’impostazione rigorosamente classica, quasi arcaica, nella tripartizione:
– personaggi
– coro
– deus ex machina
che, nei panni della Signora Ponza, svelerà infine… il mistero (?).